La collocazione di due ascensori nel Colosseo prova non solo che è stato realizzato un buon progetto di conservazione e restauro di questo monumento, ma che le sfide per rendere accessibile il patrimonio storico e archeologico, anche quelle che sembravano impossibili, si possono vincere.
Unendo competenza, sensibilità e capacità tecnica è stato infatti possibile mettere due ascensori nell’Anfiteatro Flavio, che risale all’80 d.C., coniugando brillantemente il principio di conservazione con quello di accessibilità.
Allora, forse, potremmo pensare di replicare questo ovunque.
Ogni volta, cioè, che si rendesse necessario ricorrere a tali impianti per superare il problema delle barriere architettoniche. Poi magari non sarà così facile, ma il pensiero che suggeriscono è proprio questo.
L’ascensore non è solo una soluzione ingegneristica per collegare due piani, esso racchiude in sé l’idea di una progettazione universale, grazie alla quale tutti usano lo stesso sistema, senza esclusioni o distinzioni, quindi una progettazione inclusiva.
La soluzione adottata nel Colosseo nel 2001, consiste in una coppia di ascensori oleodinamici collocati sul fianco interno dello sperone Stern, un’opera che invece risale agli inizi dell’Ottocento (1805).
Il progetto degli ascensori al Colosseo: anno 2001
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma
Responsabile del procedimento, architetto G. Martines
Responsabile progetto esecutivo, architetto Piero Meogrossi
Responsabile tecnologie e sicurezza, ingegnere N. Calistroni
Direzione Lavori, architetto Piero Meogrossi, M.L. Conforto