Secondo fonti delle Nazioni Unite la metà dell’umanità, circa 3,5 miliardi di persone, vive in città e si presume che il loro numero salirà a 5 miliardi entro il 2030. Nel contempo le città del mondo occupano solo il 3% della superficie terrestre e l’urbanizzazione veloce sta esercitando pressioni sull’ambiente di vita e la salute pubblica.
Quello delle città sostenibili è un tema di rilievo che comporta risvolti etici e sociali e dove convergono più fattori quali l’accessibilità e l’inclusione, la sicurezza e la salute, la resilienza.
Una forte sollecitazione a rispondere con politiche, progettualità e strumenti idonei a questo trend di sviluppo ci viene dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione adottato all’unanimità il 25 settembre 2015 dall’Assemblea delle Nazioni Unite, in presenza di oltre 150 leaders mondiali.
Il documento è corredato da una lista di 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e da 169 sotto obiettivi che riguardano i diversi aspetti della vita umana e del pianeta che dovranno essere raggiunti da tutti i paesi del mondo entro il 2030.
Gli Obiettivi sono entrati in vigore il 1 gennaio 2016 e dovranno stimolare tutti i paesi a mobilitare iniziative e risorse per eliminare le forme di povertà, combattere le disuguaglianze e affrontare i cambiamenti climatici, il tutto in un’ottica inclusiva.
Gli agglomerati urbani e la loro trasformazioni sono al centro dell’Obiettivo 11 – Rendere le città inclusive, sicure, resilienti e sostenibili – che impegna gli stati a rendere le città inclusive, sicure, resilienti e sostenibili e fissa come sotto obiettivi anche alcuni aspetti essenziali legati alle tematiche per l’accessibilità di spazi e servizi.
In particolare, è richiesto agli stati di operare affinché forniscano accesso a sistemi di trasporto sicuri, accessibili, sostenibili per tutti, migliorando la sicurezza stradale. Nello specifico l’Agenda considera necessario ampliare i trasporti pubblici con attenzione alle esigenze di coloro che sono in situazioni vulnerabili come donne, bambini, persone con disabilità e anziani.
Un ulteriore impegno richiesto è di prevedere un accesso universale a spazi verdi e spazi pubblici sicuri, inclusivi e accessibili, in particolare per donne e bambini, anziani e persone con disabilità.
In Italia, per assicurare il coordinamento delle attività collegate a questa iniziativa è stata istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri la Commissione nazionale per lo sviluppo sostenibile, con Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 16 marzo 2018, Indirizzi per l’attuazione dell’Agenda 2030 delle NazioniUnite e della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.
L’obiettivo di avere città sempre più accessibili ed inclusive è un’esigenza universalmente riconosciuta sia che la si legga in termini di sostenibilità, valori etici, equità di accesso ai diritti di cittadinanza, ottimizzazione dei costi, o benefici ambientali, sociali e psicologici. Il tutto senza tralasciare il fatto che in ogni caso ci sono le leggi a parlare chiaro.
Dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (art. 9 – Accessibilità), alle disposizioni normative nazionali, o regionali ove esistenti, vi è convergenza sulla necessità di avere città accoglienti, sicure e confortevoli.
Ma per ottenere un risultato soddisfacente è necessario che si intraprendano politiche e iniziative di ampia portata con investimenti di risorse, attività di pianificazione e meccanismi di monitoraggio.
Per saperne di più sull’Agenda 2030 vai al sito di riferimento