“Per “progettazione universale” si intende la progettazione di prodotti, strutture, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate. La “progettazione universale” non esclude dispositivi di sostegno per particolari gruppi di persone con disabilità ove siano necessari.”
(Fonte: Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Art. 2. Definizioni).
E’ concentrato in queste poche righe il principio fondante dell’inclusione quando si parla di progettare edifici, servizi, aree urbane, elementi di design e prodotti.
Questo modo di pensare ha come riferimento ciascun individuo, non un target limitato di persone, senza distinzione di età, sesso e abilità.
La filosofia progettuale dell’Universal Design si fa risalire al 1995 quando furono elaborati i suoi 7 principi dal The Center for Universal Design della North Carolina State University. Principi registrati e la cui riproduzione è vincolata a regole che mirano a garantirne un corretto utilizzo.Tali principi possono, ancor oggi, essere una guida metodologica per valutare i progetti e coordinare i processi di progettazione in un’ottica di piena accessibilità.
Ogni principio è spiegato con una breve definizione e declinato con delle linee guida che servono per la sua corretta implementazione. Consiglio ai lettori di approfondire il tema anche anlizzando le linee guida, mentre come metodo operativo per passare dalla teoria alla pratica, una possibilità è quella di improntare il progetto con lo studio di questi 7 principi.
Ecco l’elenco dei 7 principi dell’Universal Design (vedi nota 1).
Principio 1: Uso equo
Principio 2: Uso flessibile
Principio 3: Uso semplice ed intuitivo
Principio 4: Percettibilità delle informazioni
Principio 5: Tolleranza all’errore
Principio 6: Contenimento dello sforzo fisico
Principio 7: Misure e spazi per l’avvicinamento e l’uso
Vorrei anche riprendere alcuni concetti tratti da una risoluzione del Consiglio d’Europa (vedi nota 2) a riguardo della progettazione universale, per fornire altri spunti di riflessione.
La progettazione universale non va considerata solo un modo di progettare, ma va vista come una “strategia” che va oltre le questioni di pura accessibilità degli edifici. Essa va piuttosto letta come parte integrante della progettazione architettonica, del design e della pianificazione urbana.
Il passaggio concettuale è quello di perseguire una progettazione centrata sulla persona con un approccio olistico che possa soddisfare le esigenze delle persone, in considerazione di tutte le età, dimensioni e capacità, ed anche in relazione ai cambiamenti che si sperimentano durante l’arco della vita.
Per concludere, ritengo sia essenziale comprendere come la progettazione accessibile e inclusiva vada letta come un prerequisito affinché tutti possano godere di una serie di diritti come la mobilità, il lavoro, il tempo libero, o l’educazione, tanto per fare degli esempi.
Potrà sembrare ovvio, ma l’inclusione si contrappone alla discriminazione e la progettazione universale è la strategia di cui possiamo disporre per superare questa sfida.
Che opinione avete al riguardo della Progettazione Universale?
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Nota 1
The principles of universal design
Version 2.0 4/1/97
Compiled by advocates of universal design, listed in alphabetical order: Bettye Rose Connell, Mike Jones, Ron Mace, Jim Mueller, Abir Mullick, Elaine Ostroff, Jon Sanford, Ed Steinfeld, Molly Story, & Gregg Vanderheiden
© Copyright 1997 NC State University, The Center for Universal Design, an initiative of the College of Design
Nota 2
COUNCIL OF EUROPE COMMITTEE OF MINISTERS. Resolution ResAP(2001)1 on the introduction of the principles of universal design into the curricula of all occupations working on the built environment. (Adopted by the Committee of Ministers on 15 February 2001, at the 742nd meeting of the Ministers Deputies)